C‘era una volta un bambino simpatico e gentile che amava tanto gli aquiloni e si chiamava Cesare. Era incantato dal volo, dalle evoluzioni, dai repentini cambiamenti di direzione del suo aquilone, tutti i colori del suo aquilone si mischiavano nel cielo, non vi era disegno uguale all’altro.

gli aquiloni

Disegno di Vittorio Peretto

Aveva imparato ad amare questo sport grazie al nonno che lo aveva accompagnato nei parchi e che, oltre a spiegargli come far salire e tener alto nel cielo il suo aquilone, gli aveva confidato dolcemente, con una malinconia infinita, che con il volo del suo aquilone mandava messaggi d’amore alla nonna ormai scomparsa.

Cesare a scuola era molto bravo in arte, disegnava con attenzione e con dovizia di particolari sempre tutto quello che si trovava sui rami, sopra i tetti, tra le nuvole, sembrava che, tutto quanto da lui disegnato, fosse ripreso come da una telecamera in cielo.
Cesare quando non disegnava, giocava con i videogiochi e a calcio in una piccola squadra con il suo migliore amico Filippo.

Con Filippo si sentiva in sintonia, con lui aveva fatto le elementari e le medie. Abitavano vicini e i pomeriggi spesso si incontravano per fare due scartaggi . (Un po’ scartarsi, un po’ passaggi… per chi non lo sapesse).
Durante una partita Filippo cadde e si fece molto molto male alla testa.
Cesare per rincuorarlo tutti i giorni portava alla mamma dell’amico un disegno nuovo da portare in ospedale per l’amico: vi era un cielo azzurro tra i monti, oppure un tramonto nella capitale svedese, o una notte stellata sul mare, o in alternativa un albero pieno di frutti e foglie.
Filippo però aveva sbattuto la testa contro un sasso e la sua vista si allontanava sempre più dando spazio al buio.
Cesare non voleva crederci ma piano piano Filippo divenne cieco.
Fu una notizia sconvolgente, difficile da elaborare.

La mamma e il padre dell’amico dopo il primo momento di terribile scoraggiamento si adoperarono in tutti i modi per crescere il figlio in ogni cosa.
Essere amici vuol dire anche imparare insieme a superare le difficoltà e da quel momento le difficoltà furono tante per Filippo, ma affrontate con l’amico Cesare, le rese superabili.

Da quel giorno Cesare divenne gli occhi di Filippo.
Filippo con Cesare ebbe il coraggio di imparare a muoversi da solo, con il bastone bianco, imparò a percepire lo spazio e a sentire in modo nuovo.
Sapeva di aver vicino un amico.
Non era solo.
Seppure al buio, non aveva paura.
Cesare grazie a Filippo e alla sua sensibilità imparò a essere dettagliato nello spiegare, lui, aveva un amico a cui far capire e questo lo aiutò a imparare a manifestare i suoi sentimenti.

Cesare imparò a sentire il vento tra le dita e l’aquilone iniziò a volare sempre più in alto.
Pur senza vedere, Filippo, era in grado di dare a Cesare tutti i consigli più intelligenti.
Insieme avevano imparato ad avere diversi punti di vista su ogni tema.
Insieme diventarono una squadra.
Insieme iniziarono a gareggiare con gli aquiloni e insieme vinsero tanti concorsi… insieme si aiutarono nel meraviglioso viaggio della vita.