C‘era un volta, un bambino che divenne un gattino; i capelli si colorarono di giallo e blu e gli spuntarono le orecchi lunghe?
Noooo, non è vero!
Adesso ti racconto che cosa capitò a quel bambino bravo bravo, che si chiamava Girotti.
Prima era ubbidiente, simpatico , allegro e gentile con tutti, perché si sentiva amato e sapeva che la sua famiglia, mamma e papà, gli volevano molto bene.
Prendeva tutto con allegria e voleva scoprire il mondo; ma successe un avvenimento che lo fece cambiare.

Arrivò un veliero di pirati?
Gli rubarono la bicicletta?
No, no, nulla di tutto questo.
Molto semplicemente nella famiglia di Girotti arrivò il fratellino.
Un fratello è un avvenimento normale direte, certo per tutti gli altri che non sono il figlio primogenito!
Le cose normali, talvolta, sono quelle più difficili da capire.

Girotti vide entrare in casa sua, nel cuore della sua mamma e del suo papà un altro bambino!
Caspita vi rendete conto?
Vide entrare in casa sua, nel cuore della sua mamma e del suo papà un altro bambino: Girino.

Tante furono le parole di mamma e papà per fargli capire che quel bambino era un dono e che lui, Girotti, sarebbe sempre stato amato.
Girotti si sentì derubato nel profondo.
Mamma, papà, nonni, zii, cercavano di fargli capire che lui stava reagendo male che lui stava capendo male… Ma nulla.
Girotti iniziò a essere arrabbiatissimo, disubbidiente, capriccioso e stupidino.

Come stupidino?

Sì stupidino perché non volle ascoltare e guardò solo un lato della vita.

Girotti vedeva solo:
un esserino che piangeva e la mamma che correva a prenderlo in braccio per allattarlo.
un esserino che dopo aver mangiato, tutto abbracciato alla mamma, piangeva ancora perché aveva
male al pancino.
Vedeva la mamma più stanca , la lavatrice che andava in continuazione; il papà che aveva mille pensieri e che non giocava con lui.
Tutti gli amici che arrivavano, seppur portando un regalo anche per lui, stavano tanto tempo a guardare Girino e a dire quanto era bello .
E Lui?? E Lui??

Sì è vero la mamma mentre allattava esserino, parlava con Girotti, ma teneva in braccio quel piccolo.
Era giusto questo? Prima si stava così bene. Perché era arrivato quel piccolo lì?
Chi lo voleva o l’aveva chiesto quel moccioso?

Girotti un giorno in cucina alla mamma lo disse: “Io non lo volevo quello lì. Buttalo via.”

Le risposte della mamma, del papà degli zii, dei cuginetti e dei nonni, Girotti non le sentiva, o meglio, non le voleva sentire.

Provava la mamma in cento e più modi a dirgli che l’amore materno non si divide perché il cuore di una mamma e di un papà ad ogni figlio si moltiplica.
Ma lui non voleva sentire.
La mamma spiegava e rispiegava a Girotti, che il cuore non si divide ma si moltiplica.
Ma lui questo non lo capiva.
Girotti, non capiva, non sentiva, si distraeva sempre, immancabilmente sempre, mentre qualcuno gli ripeteva questo semplice concetto:
il cuore non si divide si moltiplica nell’amore.

Ma niente, proprio niente.
Girotti era diventato scortese con tutti, non voleva dividere i suoi giochi con nessuno, a tutti;
mamma, papà cugini e amici, rispondeva sempre male.
Diceva sempre NO a tutto e diceva sempre “Lasciami stare, dammi quello, dammi questo ed era diventato sgarbato aveva dimenticato il significato della parola “PER FAVORE”!!

Mali estremi. Estremi rimedi.

I genitori di Girotti furono costretti a chiamare la Fata Sorriso, cugina della fata Smemorina di Cenerentola.
La Fata Sorriso aveva i capelli ricci castani, due grandi occhi verdi e un bel sorriso dolce, portava un vestito lilla elegantissimo e aveva dei fiori gialli nei capelli.

Cosa faceva la Fata Sorriso?
La Fata Sorriso era buona ma molto decisa ed entrò subito in azione.

Arrivò avvolta in una nuvola di colori e si mise seduta accanto a Girotti che incredulo continuava a stropicciarsi gli occhi:
“Girotti caro adesso o tu ritorni gentile e buono con tutti i , oppure io , ogni volta che sei scortese
con qualcuno, faccio in modo che la tua lingua si attorcigli.”

“NO, VAI VIA; BRUTTA e ops ZACHHH aiuhhhh uhhhh mahhhhhhh mm a” e giù a piangere a piangere…
Girotti si dibatteva e scalciava come per prendere a pugni e calci la Fata Sorriso che però era già sparita.
Quella notte sfinito dal pianto si addormentò tra le lacrime incredulo di quello che gli era capitato.

La mamma e il papà erano un po’ tristi nel vedere il loro bambino soffrire, ma avevano deciso che era un male necessario, aveva frainteso una cosa importante della vita e stava per rovinarsi il
carattere forse per sempre.

Girotti quando , la mattina sì sveglio, pensava di aver fatto solo un brutto sogno e chiamò la mamma dolcemente, lei arrivò con il sorriso pieno di amore di ogni mamma, e gli disse: “ Ciao
tesoro che bello vederti!” Lui si girò per andarle in braccio, ma vide con la coda dell’occhio, che Girino, già sveglio, stava prendendo in mano un suo peluche e invece di avvicinarsi all’abbraccio della mamma, eccolo tuffarsi verso il fratello per strappargli il gioco urlando “È MIOOOO”.
ZACHHH aihiiiiiiiiiii la lingua si attorcigliò di nuovo.

Girotti rimase fermo, arrabbiato, quasi paralizzato.
Lui non voleva dargliela vinta a quella fata o forse strega venuta l’altro giorno.
Rimase zitto.
Non era stato solo un brutto sogno allora.
Rimase zitto e arrabbiato a lungo.
Uffa, uffa, uffa.
Girino nel frattempo si stava spostando verso una macchinina e lui se pur zitto gli si scagliò addosso per strappargliela e immediatamente la lingua ZACHHHH prese a rigirarsi e fargli sempre più male.
Aihhhhhhhhh, aihhhhhhhhhhh

Bisognava trovare una soluzione, arrabbiato con la Fata Sorriso, con Girino, con la mamma e con il mondo intero Girotti non sapeva cosa pensare.
Si erano già fatte le dieci del mattino e Girotti iniziava ad avere fame, per cui senza pensare andò dalla mamma e le disse: “Ho fame.”
Non era stato dato il bacio del buongiorno, non c’era stato alcun abbraccio e la mamma guardandolo dolcemente gli disse: “Dimmi amore cosa c’è?” E lui di nuovo in malo modo: “Ho fame”.
E zachhhh la lingua si rigirò. Aihhhhhhhhhhhhhhhh

Con la lingua rigirata era impossibile mangiare un biscotto, era impossibile bere il latte dalla tazza, e singhiozzando disse alla mamma: “Siete tutti cattivi” e zakkkkkkkkkkkkk di nuovo la lingua rigirata ancora più stretta.

La mamma, vedendolo soffrire e amandolo in mondo immenso come solo ogni mamma sa fare, gli disse: “Amore guarda, cerca di calmarti che tutto questo ti serve per farti capire una cosa
importante” e poi per farlo sorridere gli diede una cannuccia gialla per bere il latte e i biscotti che le aveva sbriciolato dentro.

Girotti mangiò in silenzio con lo sguardo cupo… E poi chiese…. “Mamma cosa devo capire?”
“Tesoro sono mesi che lo ripeto devi imparare che il cuore non si divide ma si moltiplica nell’amore; devi imparare ad amare tuo fratello perché è un dono , come tutti i bambini del mondo.”

Un passo per volta, Girotti doveva tornare ad essere gentile ed educato.

Lo sguardo della mamma era dolce, quello di Girotti corrucciato.
Girino che era rimasto solo nella camera accanto nel frattempo si era messo a piangere…

“Dai amore andiamo insieme dal tuo fratellino”
“NO!” fu la risposta e zakkkkkkkkkkk aihhhhhhhhhhhhhhhhhh

Caspita da questa storia non era semplice venirne fuori.

Girotti provò a fare in modo di non vedere suo fratello, di non sentirlo, di immaginare che non esistesse, ma… ogni volta che lui si avvicinava a qualcosa, quella cosa da Girino toccata automaticamente i diventava per lui importante. Anzi importantissima.
A lui sembrava sempre che Girino stesse rubando e quindi giù di corsa scacciarlo.
Ma la storia era sempre quella, Zakkkkkkkkkk la lingua e aihhhhhhhhhhhhhhh

Fu un lunghissimo periodo.

Una notte sognò la Fata Sorriso, che venne a parlargli.

“Girotti, tesoro, torna ad essere gentile ed educato e io ti tolgo l’incantesimo alla lingua. Impara a condividere , altrimenti ti ritroverai con una spiacevole sorpresa.”

Svegliandosi Girotti la mattina, chiamò la mamma “Mammina buongiorno!” e la madre sorridente andò a dargli un bacio.
Lui cercò di non vedere il fratellino, andò in cucina mangiare e restò estremamente concentrato sull’educazione, la postura nel sedersi, nel chiedere “PER FAVORE, posso avere ancora un po’ di
latte” e via dicendo.

Girino chiamò la mamma dal suo lettino , e lui, molto concentrato fece finta di nulla, ma poi dopo
un po’ successe una cosa alla quale non era possibile rimanere impassibili.

Girino che era stato cambiato e pulito sul fasciatolo aveva raggiunto con le manine il SUO TOTO l’orsacchiotto preferito.

E no eh, va bene tutto, ma questo NO e con un balzo da ghepardo gli si lanciò addosso per sottrargli il gioco.

Girino si mise a piangere spaventato dalla brutalità e dalla rapidità del fratello, ma poi… Girino iniziò a sorridere e a fare ciao con la manina.
E sì perché a Girotti il sederino aveva iniziato a gonfiarsi, a gonfiarsi, a gonfiarsi tanto che, senza accorgersene era salito sul soffitto come un palloncino.

“Aihhhhhhhhhhhhhhh , mamma aiutooooooooooooooooo, mamma”

La mamma corse e vide cosa era successo e non si stupì, sapeva che la Fata Sorriso usava tanti metodi per far capire le cose ai bambini, e rassicurò Girotti.
“Amore non aver paura, appena impari a dividere i giochi, ti sgonfierai. Dai tieni questo nastro, così ti porto in giro per casa.”

Girino era tutto contento di vedere il suo fratellino da questa nuova prospettiva e continuava a salutarlo con la manina come fosse un bel gioco.
Girotti invece, rimase perplesso.
Lo scherzo della lingua faceva male, ma questo toglieva ogni possibilità di movimento.
Girino tutto contento voleva trasportare il fratellino ovunque come un palloncino, Girotti invece riottoso non voleva seguire nessuno, ma non aveva nessuna possibilità di reagire.
Stava da solo attaccato al soffitto oppure in giro come un cagnolino attaccato al nastro che tiravano a turno in famiglia.
Che brutta situazione, che noia tutto solo lì sopra.

Essere più dolce verbalmente e tornare ad utilizzare sempre “per favore, per piacere, grazie” era abbastanza facile, ma dividere ufffaaaaaaa.

Girino nel frattempo, tutto contento di avere il fratello vicino, ma alla giusta distanza di sicurezza per non esser menato, giocando continuava a coinvolgerlo.
Gli giocava sempre sotto, chiamandolo e rendendolo partecipe.
“Guarda Giro, due macchinine e incidenteee bumm”, “Guarda Giro la verde è velocissima… Giro dai giochiamo insieme, guarda trattore giallo e incidente e Bumm.”

“Che bello” pensava Girino “ho un fratello più grande che mi sta vicino.”
Non ne posso più , pensava Girotti, voglio scendere.

Ma nulla, tutto il giorno in quella situazione.
La mamma con una cannuccia lunga lunga gli dava l’acqua e salendo sulla sedia gli reggeva il piatto per farlo mangiare.
Passarono alcuni giorni così.
Per lavarlo gli facevano una doccia con il getto e poi lo avvolgeva in un grande asciugamano.

Passarono anche le notti con Girotti con un pigiamino un po’ pesante e il cuscino in mano, attaccato al soffitto, fuori dal letto…

Durante il giorni però, Girino gli faceva un sacco di compagnia, perché sempre sorridendo, gli faceva vedere tutti i giochi e faceva finta di giocare con lui, seppur da lontano.

Piano piano una mattina si accorse di non essere più così gonfio, non più a tre metri di altezza ma ad un metro da terra e né fu felice ma non disse nulla.
Girino per nulla disturbato anzi contento cercava di giocare sul tavolo in modo da essere vicino al suo amato fratellone.

Passarono le settimane e un giorno, quasi fosse un incantesimo, Girotti giocando a distanza ravvicinata con il fratello si riuscì a sedere sulla sedia e disse “incidente buhh” come diceva
Girino.

Lui, preso dal gioco , non se ne rese conto; fu Girino che abbracciandolo gli disse: “Che bello Giro adesso sei vicino a me” e Girotti… sorridendo si rese conto di quale dono fosse, avere un fratello.