Parlavano un linguaggio strano, vivevano nei boschi, saltavano da un ramo all’altro e giocavano con i
tronchi.
Spesse volte i bambini vedendoli cercavano di inseguirli, di catturarli, ma loro veloci, si arrampicavano su alberi contorti e fuggivano alla vista dei loro inseguitori.
Un giorno, uno di loro, un castoro allegro e curioso, provò a cercare di capire come mai gli esseri umani sognatori nelle notti d’estate passassero il loro tempo guardando le stelle.
Le stelle si sa, in agosto, quando il cielo è caldo e limpido si lasciano cadere.
Cadono per cambiare posto nel cielo, un po’ come gli uomini nella loro vita, che necessitano di svolte, per capire, per crescere, per migliorare.
Il castoro, forse non abituati a domandarsi il perché della vita, riuscì come pochi a farsi coinvolgere e guardando le stelle le vide cadere.
Ne vide cadere una e seguendone la scia, ne fu trasportato.
Fu trasportato da questa in un altro cielo, in un altro bosco e iniziò per una notte un viaggio astrale.
Passando da una stella all’altra iniziò a capire, iniziò a sentire; percepire il bisogno di cambiare, di allargare i suoi orizzonti visivi, di incontrare ambienti diversi, cibi, odori e profumi particolari.
Gente diversa venuta dal nord, raccontava di venti, di mare, di pattinate su ghiacci polari.
Tradizioni diverse, costumi colorati e usi familiari si confondevano davanti agli occhi di un castoro che non conosceva se non i suoi tronchi, le sue dighe e il suo modo d’amare.
Il suo musino, i suoi dentoni affilati, i suoi trascorsi passati non l’avevano preparato per incontri speciali.
Lo stupore e la meraviglia si fondevano in lui, ogni incontro, ogni emozione doveva essere filtrata, capita e vissuta.
Dalle stelle le distanze non esistono e il tempo fugge con ritmi incontrollabili.
Il castoro pensava alle sue dighe, ai suoi tramonti e dalle stelle capiva come tutto fosse parziale.
Le sue dighe, piccole opere di ingegneria erano sempre con lui anche nel cielo come per unire le distanze spaziali. Un po’ come i ricordi e quelle poche persone veramente amate, che comunque e ovunque, ci sono sempre vicine, sono sempre presenti.
Dallo spazio ci si rendeva conto che erano poche le vere cose fondamentali, le amicizie, la famiglia le passioni che ci costringono a migliorare e i sogni da realizzare.
Il castoro era un po’ frastornato, un po’ impaurito… ma per lui, come forse per tutti gli esseri viventi, nella vita, è il tempo il padrone della successione di ogni avvenimento.
Forse è tutto scritto o forse è tutto da costruire, ma ogni giorno, ogni minuto se siamo pronti a rischiare, e ci continuiamo a migliorare, è un viaggio, un percorso, un cammino nella meraviglia dell’universo da scoprire.